Beghe legali tra i parenti di Hugo Pratt

Il giorno del mio compleanno La Stampa pubblicava quanto segue:

VENEZIA - Dove sono, quanti sono i disegni originali lasciati da Hugo Pratt, il re dei fumettisti italiani? E quanto valgono? Sono novemila almeno, come sostengono i figli, o trentamila addirittura come una «fonte autorevole» dice di ricordare? O magari nessuno, come giura Patrizia Zanotti (nella foto), ex compagna, socia e per vent’anni colorista del papà di Corto Maltese? Per la famiglia la cifra «rubata» è di 50 milioni di euro; per la controparte, di tutto quel patrimonio non è rimasto che qualche centinaio di fogli perché tutto il resto è stato regalato negli ultimi anni di vita dal disegnatore agli amici, ai conoscenti, perfino a qualche fortunato ammiratore, oppure venduto nei momenti di difficoltà economica. E anche quei pochi non possono essere divisi con i figli: appartengono alla società di cui Pratt, fondatore ma socio di minoranza, era di fatto dipendente.

Dal giudice C’è un’eredità contesa al centro della causa in corso presso il Tribunale di Venezia, la città dove Pratt è cresciuto, dove ha vissuto a lungo e ha lasciato il suo cuore anche nei lunghissimi anni di peregrinazioni nel mondo, da Londra a Buenos Aires, dagli Stati Uniti fino a Losanna che lo ha visto morire il 20 agosto 1995. La causa è stata intentata dai quattro figli del disegnatore: Lucas e Marina, nati dal matrimonio con Gucky Woroger, e Silvina e Jonas, arrivati dall’amore con Anna Fragner, la donna che gli aveva ispirato la saga di «Anna nella jungla».

Da quando il contenzioso è stato avviato Lucas, che come i tre fratelli viveva a Parigi, si è gravemente ammalato ed è morto, di recente, in Argentina; al suo posto, in tribunale ora si presenteranno i due figli che si trovano in Sudamerica.

Proprio per consentire la registrazione dei nuovi dati relativi a questo decesso, e all'ingresso dei nipoti nella causa, l'udienza che venerdì avrebbe potuto far compiere al procedimento un significativo passo in avanti è stata rinviata. Se ne parla il 7 marzo del 2008, e rimane così aperto il giallo delle opere del disegnatore. Il 20 settembre 1991 Hugo Pratt firmò un testamento, in base al quale il suo patrimonio doveva essere diviso tra i quattro figli e Patrizia Zanotti; nel patrimonio rientravano, secondo i legali della famiglia, anche le tavole, i disegni, gli schizzi, le strisce, gli acquarelli.

Tutto quello che di cui oggi non si trova più traccia ma che, se davvero esistesse, messo sul mercato potrebbe avere un valore di almeno 50 milioni di euro. Sergio Camerino, l'avvocato veneziano che rappresenta i figli, non ha dubbi: «Abbiamo contatti con collezionisti di tutto il mondo e sappiamo bene che un acquerello originale di Hugo Pratt vale almeno ventitremila euro. Se, come noi sosteniamo, sono davvero spariti quindicimila disegni si fa presto a calcolare l'ammontare del danno».

Amore e business A lungo Patrizia Zanotti, azionista della Lizard (la casa editrice che da poco ha ceduto alla Rizzoli) e socia di maggioranza della Cong di Losanna (la società che gestisce il copyright e lo sfruttamento dei disegni di Pratt) ha sostenuto che dei disegni originali non era rimasto nulla: tutto regalato, o svenduto in momenti difficili e anche per aiutare gli stessi figli. Impossibile, ribattono loro: se davvero papà avesse venduto, avrebbe vissuto in condizioni migliori e soprattutto oggi loro stessi se la passerebbero meglio. Alla breve udienza di venerdì, subito sospesa e rinviata, c'è stato un colpo di scena: l'avvocato che rappresenta la Cong si è presentata con le fotografie che riproducono gli originali di 300 disegni. «Questo è tutto quello che c’è e comunque appartiene alla Cong, per la quale lavorava Pratt, e non può essere diviso con i figli. Il testamento, in questo caso, non vale».

La causa, dunque, potrebbe essere complicata dalla lettura delle norme che regolano il diritto d'autore. Nella spinosa questione, entra in qualche modo anche il Comune di Venezia. All’amministrazione si erano rivolti, più di un anno fa, i collaboratori più stretti di Pratt, i primi a lanciare l'allarme su un fondo clamoroso di disegni che stava per essere smantellato a colpi di piccole vendite sotterranee. Guido Fuga e Lele Vianello, tornando su un vecchio tema della laguna - una biblioteca per l'opera di Pratt avevano detto: «C'erano ventisettemila disegni, ne sono rimasti diciassettemila. Il fondo sta sparendo, se non si agisce in fretta non resterà più nulla».